Domani il Consiglio dei ministri del nuovo governo Berlusconi presenterà il tanto atteso decreto sulla sicurezza.
Per ora, l' Italia è sotto accusa da parte dell' Unione Europea. Motivo? Il nostro Paese è diventato improvvisamente xenofobo, razzista e intollerante: il campo nomadi bruciato a Napoli nei giorni scorsi ne sarebbe l' esempio.
In questa direzione nei giorni precedenti in Italia era cominciata una campagna di stampa da parte di intellettuali comunisti che paragonavano le politiche italiane nei confronti degli zingari a quelle di Hitler verso gli ebrei. Dalla Spagna invece erano arrivate critiche più pesanti ed esplicite al governo Berlusconi dai ministri del governo socialista di Zapatero (che fanno finta di dimenticare che proprio la Spagna è una delle nazioni più dure e spietate verso gli stranieri).
A parte il fatto che che tutto questo polverone è stato alzato senza conoscere i reali provvedimenti che saranno presi, viene da chiedersi: quando mai in Italia i ROM sono stati discriminati? Quali leggi, quali atti dei nostri governi autorizzano misure severe nei loro confronti?
Il problema, semmai, è l'opposto. I casi di teppismo contro gli zingari nascono dall' esasperazione della gente verso situazioni che sfuggono al controllo dello Stato e della Polizia, verso un numero impressionante di crimini che vengono commessi e restano impuniti. Basta farsi un giro sui treni (gli studenti e i lavoratori pendolari di Marcellina ne sanno qualcosa), nelle metro o vedere le condizioni dei campi rom per capire che la vera questione non è un presunto maltrattamento di questa gente, ma lo stato di impunità, di degrado e di illegalità nella quale vivono. Una situzione che è resa ancora più intollerabile dal fatto che a farne le spese, come al solito, è il cittadino comune. Purtroppo per una certa sinistra chiedere un minimo di ordine e sicurezza è troppo, significa essere razzisti. Non prendono più un voto dagli italiani e allora cercano aiuto in Europa. Che squallore.
martedì 20 maggio 2008
sabato 10 maggio 2008
Il "nostro" ministro

Giorgia Meloni, presidente nazionale di Azione Giovani, dopo essere stata la più giovane vicepresidente della Camera nella scorsa legislatura, è ora il più giovane ministro ( o ministra, fate voi... ) della storia della Repubblica.
Un segnale importante di rinnovamento della politica e dei luoghi del potere: cosa dimostrata ( e purtroppo passata sotto il silenzio più assoluto ) dal fatto che su 21 ministri del nuovo governo Berlusconi molti sono "under 40" e non pochi al di sotto dei 35 anni.
Buon lavoro al nuovo governo e... speriamo bene!
Qui il link sulla prima, e interessante, intervista da neo ministro delle Politiche giovanili. http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=260201
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