lunedì 3 novembre 2008

L' esempio di Sarkozy


Il governo Sarkozy detta le regole per limitare il ricongiungimento familiare degli immigrati. Stando alle nuove norme appena approvate, a partire da dicembre, prima di ottenere il visto, gli stranieri che vorranno raggiungere i parenti in Francia dovranno dimostrare di conoscere la lingua francese e i costumi occidentali. I test, stando al ministro per l'immigrazione Brice Hortefeux, verranno eseguiti direttamente nei Paesi d'origine.
Annunciato dall'edizione online di Le Figaro, il nuovo decreto che regola il flusso degli stranieri in Francia dovrebbe essere pubblicato entro la fine della settimana sulla Gazzetta ufficiale ed entrerà subito in vigore. Nel dettaglio, i candidati al ricongiungimento dovranno dimostrare di avere basi solide in lingua francese e passare un esame di cultura generale. Ma non è tutto qui. Se le autorità diplomatiche lo richiederanno, infatti, gli imigrati che desiderano raggiungere i loro familiari dovranno anche sottoporsi anche al test del Dna. Il tutto, ovviamente, direttamente nel proprio Paese d'origine e prima di fare il biglietto per Parigi. "La lingua è il miglior vettore dell' integrazione", ha spiegato Hortefeux. Stando a Le Figaro, ogni domanda di ricongiungimento darà luogo a un esame culturale e linguistico, sul posto, che prevede "domande semplici" in grado di verificare il livello culturale dei candidati e la loro conoscenza del mondo in cui andranno a vivere. Una delle domande, ad esempio, è "In Francia una donna può lavorare senza l'autorizzazione di suo marito?".Una normativa simile era stata introdotta, tra le polemiche, nel 2006 nel Baden-Wurttemberg, in Germania, con il "test per gli islamici". Gli aspiranti cittadini venivano interrogati sui matrimoni combinati o sull'11 settembre e poi veniva stabilita la loro idoneità per il visto. La soluzione francese è però differente e si basa su una sorta di formazione preventiva a distanza. Il meccanismo varato dal governo Sarkozy, infatti, prevede un corso di formazione obbligatoria di massimo due mesi nei Paesi d'origine in cui conta non tanto il livello raggiunto, quanto l'assuidità nella frequenza e l'insegnamento dei rudimenti linguistici e culturali. Dalle lezioni sarà esonerato chi già padroneggia le basi della lingua, chi ha studiato in un istituto francofono o in Francia, gli over 65 e i minori di 16 anni. I corsi verranno affidati all'Agenzia per l'accoglienza degli stranieri (anaem), in collaborazione con i consolati e gli enti locali. "Nessun percorso didattico verrà istituito nei Paesi in guerra, né in caso di catastrofi naturali", ha spiegato Hortefeux. Nel resto d' Europa pare che sappiano bene come fermare l' immigrazione, ricorrendo a strumenti giusti e non discriminatori. Una cosa del genere, proposta in Italia, avrebbe scatenato un putiferio e le accuse di razzismo al governo si sarebbero sprecate, così come successo per il pacchetto sicurezza approvato in estate. Speriamo che, prima o poi, anche il centro-destra nostrano trovi il coraggio per politiche ancora più coraggiose.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ovviamente OTTIMO!

Il più giovane