mercoledì 26 marzo 2008

APPUNTAMENTO A POLI


Il Circolo di Alleanza Nazionale di Poli alla vigilia delle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 propone un incontro-dibattito sul tema
PRESENTE E FUTURO DELLA DESTRA
Una riflessione sul cammino intrapreso alla luce della consapevolezza che il dovere di un politico dovrebbe essere quello di impegnarsi per il bene della comunità, di testimoniare i principi di un’etica rigorosa, di servire, mai di dominare, di saper unire, mai di seminare divisione e odio.

Interverrà l’Onorevole Silvano Moffa.

Oratorio della Parrocchia S. Pietro Apostolo
Via Umberto I - Lunedì 31 marzo 2008 ore 18

venerdì 21 marzo 2008

La repressione e l' indifferenza

Ancora un articolo sulla repressione operata dal regime cinese in Tibet. Mentre il resto del mondo rimane a guardare( http://www.loccidentale.it/node/14893 ).

giovedì 13 marzo 2008

Ciao ciao Romano

Prodi ha deciso di ritirarsi dalla politica italiana, probabilmente dalla politica in generale. Veltroni spiega che anche se non sarà candidato, l' ex capo del governo resterà comunque presidente del PD. Quello che rimane, però, al di là della gioia per l' abbandono di uno dei peggiori uomini politici che l' Italia abbia mai avuto, è la fine di quella che Libero ha chiamato "l' illusione dei cattolici a sinistra", ossia l' unione di pezzi della tradizione democristiana con i membri dell' ex partito comunista.
Ha spiegato lo storico Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera: " Grazie alla presenza di quella peculiare corrente del cattolicesimo politico, gli ex-PCI sono stati in grado di uscire dalla strettoia in cui la loro storia li aveva cacciati, potendo dar vita a un' entità politica, il Partito Democratico, della cui denominazione non v'è traccia in alcun altro lessico della sinistra europeo-occidentale. Nel quale partito Prodi e i cattolici "democratici" hanno sì potuto trovare un posto, ma come soci di minoranza, e per giunta privi di accesso a due strumenti decisivi come le risorse economiche e l' apparato organizzativo".
Ergo: i "cattocomunisti" nel corso di questi anni hanno dato legittimità agli eredi di un partito sconfitto dalla storia come quello comunista per poi finire in un angolo nel momento in cui gli stessi ex-comunisti, "ripulitisi", hanno preso il totale controllo prima della coalizione di governo e poi del neonato PD. Veltroni, D'Alema e soci hanno così compiuto l'ennesima trasformazione del PCI-PDS-DS, realizzando un movimento democratico a parole e nelle intenzioni, ma che, con la scomparsa della componente cattolica, non ha nulla della tradizione politica popolare e democratico-cristiana.

Alessandro

martedì 11 marzo 2008

LA LUNGA MARCIA

Dopo la marcia di protesta realizzata dai monaci buddisti contro il regime comunista al potere in Birmania, adesso la marcia anti-Cina degli esuli tibetani che dal confine indiano si preparano a tornare nella loro Patria oppressa dai cinesi (http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11721&size=A). Le autorità dell' India e della Cina hanno però fatto ricorso alla violenza per impedire qualsiasi forma di dissenso: soldati al confine hanno sparato contro i manifestanti pacifici, mentre il capo del partito comunista di una regione cinese ha affermato "Terroristi, sabotatori e separatisti saranno schiacciati in modo risoluto, a qualunque gruppo appartengano". L' oppressione del regime comunista nei confronti del popolo tibetano continua incessantemente dal 1959 davanti agli occhi del mondo occidentale che se prima era indignato, adesso è sempre più indifferente, attratto semmai dalla possibilità di fare affari con la dittatura cinese.
Una prova di questo è la decisione di oggi degli Stati Uniti di cancellare la Cina dalla lista degli Stati che violano i diritti umani. Per il Tibet l' "esportazione della democrazia" rimane, quindi, solo un miraggio...



( Manifesto di una campagna nazionale di Azione Giovani contro la negazione dei diritti fondamentali da parte del regime comunista in Cina )

Alessandro

venerdì 7 marzo 2008

La nostra identità e il partito unico

Quello che segue "in neretto" è parte del preambolo del programma del Popolo della Libertà, una sorta di "carta dei valori" del futuro partito unico.

Noi donne ed uomini d' Italia, siamo orgogliosi di essere cittadini di uno dei Paesi più avanzati del mondo. Siamo orgogliosi di appartenere ad una civiltà millenaria, una civiltà che ha dato all' umanità conquiste tra le più importanti. Per questo vogliamo che l' Italia progredisca nel solco della sua tradizione, sempre più europea ed occidentale. [...]
La nostra concezione della persona rifiuta tanto ogni forma di collettivismo, quanto l' individualismo egoistico. Ogni persona appartiene ad una comunità e deve subordinare il proprio interesse all' autorità legittma della comunità stessa, accettando i vincoli che sono necessari per la protezione dei diritti fondamentali e della libertà degli altri. Senza legge e ordine non ci può essere libertà. [...]
Noi crediamo nella validità del modello sociale europeo, che affonda le sue radici nei valori sociali e liberali, e che si basa sui principi inscindibili di efficienza economica, di giustizia sociale, di concorrenza e solidarietà, di responsabilità personale e di protezione sociale. Questi principi restano del tutto validi, sono anzi ancora più validi nella realtà contemporanea prodotta dalla globalizzazione, davanti ai rapidi e non sempre positivi cambiamenti da questa imposti alla nostra vita sociale ed economica. [...]
In un mondo sfidato dal terrorismo e attraversato dal rischio di uno scontro tra civiltà, noi poniamo la costruzione della pace e il dialogo tra popoli come fondamentale dovere della nostra politica internazionale. [...] Noi pensiamo che si debba aggiungere alla libertà un altro valore, ad essa complementare: la sicurezza della nostra identità davanti all' immigrazione. [...] Proprio per questo dobbiamo e possiamo aprire al nuovo, ma senza rinunciare a noi stessi, rafforzando insieme le nostre tradizioni, la nostra identità, la nostra libertà. Perché solo conservando i valori oltre la crisi dei valori, si conserveranno l' identità e la sicurezza e si vive la libertà. [...]
Questo è il cuore del nostro programma. Questo è il centro del nostro disegno, tanto sul lato politico quanto sul lato economico, tanto in Italia quanto in Europa: la difesa dei principi morali e dei valori, civili e religiosi, la difesa della famiglia e delle nostre radici, l'impegno a rispettare la nostra civiltà da parte di chi entra, la difesa delle nostre imprese, del nostro lavoro.

Credo sia un' ottima risposta a chi descrive il PdL come un' accozzaglia di uomini e culture politiche e a quelli che temono di perdere la loro identità in un movimento più grande. I valori e i concetti espressi sono chiari: se è vero che il Popolo della Libertà si rivolge a tutti indistintamente, è altrettanto vero che i punti di riferimento sono ben saldi: dalla difesa dell' identità occidentale a quella della famiglia, dalla libertà economica alla giustizia sociale.
Valori e idee che non sono stati scelti a tavolino, al pari di una qualsiasi strategia elettorale, così come avvenuto nel Partito Democratico, ma che trovano la loro ragione di essere in quello che è il comune sentire della gente di centro-destra.

Alessandro