martedì 11 marzo 2008

LA LUNGA MARCIA

Dopo la marcia di protesta realizzata dai monaci buddisti contro il regime comunista al potere in Birmania, adesso la marcia anti-Cina degli esuli tibetani che dal confine indiano si preparano a tornare nella loro Patria oppressa dai cinesi (http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11721&size=A). Le autorità dell' India e della Cina hanno però fatto ricorso alla violenza per impedire qualsiasi forma di dissenso: soldati al confine hanno sparato contro i manifestanti pacifici, mentre il capo del partito comunista di una regione cinese ha affermato "Terroristi, sabotatori e separatisti saranno schiacciati in modo risoluto, a qualunque gruppo appartengano". L' oppressione del regime comunista nei confronti del popolo tibetano continua incessantemente dal 1959 davanti agli occhi del mondo occidentale che se prima era indignato, adesso è sempre più indifferente, attratto semmai dalla possibilità di fare affari con la dittatura cinese.
Una prova di questo è la decisione di oggi degli Stati Uniti di cancellare la Cina dalla lista degli Stati che violano i diritti umani. Per il Tibet l' "esportazione della democrazia" rimane, quindi, solo un miraggio...



( Manifesto di una campagna nazionale di Azione Giovani contro la negazione dei diritti fondamentali da parte del regime comunista in Cina )

Alessandro

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