Ieri si è svolto il No Cav Day, ritrovo dei girotondini orfani di Nanni Moretti e di tutti quelli frustrati dalla vittoria del centro-destra nelle ultimi elezioni, guidati da Antonio Di Pietro e da Beppe Grillo.
Si è trattato della solita manifestazione rabbiosa di quella parte di sinistra che si crede depositaria della verità, della morale e della cultura, incapace di concepire la legittimità di un governo eletto democraticamente da 17 milioni di italiani e sprezzante verso coloro che osano anche solo "collaborare" con il Cavaliere, manco fosse Hitler. Per quanto gli intellettuali e gli artisti fossero i principali protagonisti, questi non sono stati in grado di andare al di là dell' insulto e delle offese gratuite: così, per Grillo Napolitano è diventato "Morfeo", il presidente dormiente, mentre Berlusconi molto più semplicemente è stato apostrofato "psico-nano"; Sabina Guzzanti ha augurato al Papa di andare all'inferno, tormentato da "diavoli frocioni" e così via, in un continuo crescendo di insulti che non ha risparmiato neppure Veltroni ( qui tutti, o meglio, quasi tutti, gli insulti di ieri http://www.corriere.it/politica/08_luglio_08/guzzanti_grillo_7b063c8e-4d28-11dd-b408-00144f02aabc.shtml).
Se questi rappresentano la parte migliore d'Italia, stiamo a posto...
Qui ampi stralci della lettera del giornalista Pietrangelo Buttafuoco pubblicata oggi da Il Giornale:
LE SOLITE FACCE DA GUERRA CIVILE
Quella che cala dalle terrazze per scendere in piazza, quella che è scesa ieri in piazza Navona, a Roma, chiamata da Micromega, la rivista filosofica di Paolo Flores d’Arcais, è l’Italia sedicente migliore. È l’Italia di Umberto Eco che è il migliore. Quella di Andrea Camilleri, poi, che è il più migliore assai. Quella di Moni Ovadia, quindi, il migliorissimo...
...E non a caso è l’Italia che s’affida ad Antonio Di Pietro, primo ad aderire al No Cav Day per l’interminabile no e poi no a Silvio Berlusconi. È l’Italia dell’estremismo legalitario, per dirla con Piero Sansonetti, un autorevole esponente della sinistra che, giustamente, s’è ben guardato dall’andarci ieri a piazza Navona perché una cosa è chiara: i manifestanti di ieri come nemico hanno Berlusconi che si mangia la democrazia tutta ma, sotto sotto, come vero nemico hanno ben altro, hanno la sinistra.E alla sinistra, infatti, tutti i potenti testimonial del No Cav Day fanno grave danno. Alla sinistra sottraggono consensi e forza. E della sinistra fanno una caricatura perché forse - con rispetto parlando - loro stessi che sono così migliori, così consapevoli della superiorità intellettuale e morale, così onesti, così perbene, sono macchiette fuori tempo massimo. Sono le scimmie di un Sessantotto che si perpetua nelle loro fisime, come quelli di un tempo, infatti, quelli che avevano un nemico apparente contro cui manifestare - il fascismo inesistente o lo stato borghese - mentre il regolamento dei conti vero lo facevano contro il Pci, così questi fanno la guerra a Berlusconi per sfasciare quello che resta della sinistra. Per regolamento di conti. Con interessi.Certo, quelli, avendo alle spalle la copertura di massa, poi degenerarono nella lotta armata, questi che se la risolvono con lo slogan «la Carfagna, che cuccagna», fortunatamente non possono che sbracare nella nostalgia da insegnanti precari costretti a scimmiottare i loro studenti con qualche goliardia consolatoria e alti strilli compiaciuti...
...Saranno onesti e specchiati, eroi perfino, come Rita Borsellino (voti, pochini), ma l’Italia vera, quella che per fortuna non è migliore, preferisce stare nel torto tanto è vero che più si dà addosso al Cavaliere, tanto più quello cresce nei sondaggi. Mentre invece scende, e poi scende, la sinistra...
...Ma quello che dalle terrazze arriva in piazza è la schiuma di un ribollire mai sopito: le stesse parole messe in libertà dal palco - dalla nuova P2 allo Psiconano, dalla solita Resistenza alla Costituzione fino al consueto dileggio del Papa - evocano un canovaccio certamente usurato ma malevolo giusto al punto di mantenere vivo l’odio, il cieco odio, l’eterna guerra civile che separa l’Italia dei migliori e quella degli italiani persi nel torto, al punto tale che se un galantuomo vuol rivendicare il diritto di essere non-berlusconiano, e molti da destra lo sono, figurarsi da sinistra, come può rischiare di confondersi poi con questa terrazza precipitata in piazza, questa élite delle Fiorelle Mannoia grondanti indignazione?
Ma pare che l’intransigenza glamour paghi, prova ne sia che Sandro Bondi - un serio ministro, una persona mite ed educata, uno che lavorerà per i Beni Culturali e per il patrimonio artistico dell’Italia, sia essa quella dei migliori che quella dei peggiori - abbia dovuto subire al suo ingresso alla Milanesiana i fischi del pubblico (verosimilmente fatto di colti e di artisti) e un’infastidita stretta di mano di Umberto Eco, proprio quell’Eco che è l’orgoglio e il vanto dell’Italia nel mondo. Che porca Italia doveva esserci nella mano di Bondi?
mercoledì 9 luglio 2008
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4 commenti:
ciao sono ettore tirrò di ag tivoli, pensavo che per l'incontro potevamo vederci venerdì pomeriggio, se per voi va bene poi concordiamo ora e luogo.
ciao ettore
Ciao Ettore, mi devi scusare, ma ho sentito qualche ragazzo e per venerdì sarebbe un po' un problema. Potrebbe andare bene la settimana prossima ( pure in mezzo alla settimana), magari dopo cena?
Alessandro
va bene, lasciami sul mio blog o nell' e mail di ag tivoli il tuo numero e ci mettiamo d'accordo, mgari ti richiamo lunedì in giornata
ciao
seconda puntata: Ettore si incontra con i dirigenti di Marcellina e non ha ancora nessun numero di telefono. Ettore allora monta la guardia sotto M. Gennaro per vedere i camerati che passano, ma non si accorge dell'antenna che gli stanno montando sulla testa. Alla prossima puntata per vedere se, dopo cena, Ettoruccio ha digerito
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